Trovato a Rennes-le-Château il tesoro dei Visigoti?
Sabato 30 luglio 2011 by Mariano Tomatis
Mercoledì 27 luglio 2011 La Depeche du Midi, quotidiano dell'Aude, titola "Rennes-le-Château - Hanno trovato la grotta del tesoro".
La Depeche du Midi, 27.7.2011 (leggi l'articolo sul sito della rivista)
Giovedì 28 luglio 2011 la notizia è ripresa su L'Indépendant: "Aude, sulla pista del tesoro dei Visigoti".
L'Indépendant, 28.7.2011 (leggi l'articolo sul sito della rivista)
Venerdì 29 luglio 2011 è il turno di Aujourd'hui en France: "Rennes-le-Château -La misteriosa caccia al tesoro"
Aujourd'hui en France, 29.7.2011
A 55 anni dal primo annuncio dell'esistenza di un tesoro a Rennes-le-Château, mai si era assistito a un clima tanto incandescente intorno alla scoperta di una grotta a poca distanza dal paese, individuata da tre studiosi che i giornali hanno immediatamente ribattezzato "gli Indiana Jones dell'Aude".
Il nome del principale cercatore coinvolto nella vicenda ci intriga: si tratta di Pierre Jarnac (al secolo Michel Vallet), autore dei principali testi storici di riferimento e autentica autorità sull'argomento.
Dal 2000, insieme a Didier Héricart de Thury, Jarnac lavora su una particolare ipotesi, sulle tracce di un presunto "segreto di Rennes-le-Château". Nel 2007 si unisce al gruppo Franck Daffos, un cercatore che non brilla per il suo rigore intellettuale. La scoperta di una grotta infiamma gli animi dei tre, ma fa esplodere le difficoltà. I tentativi di penetrarvi falliscono uno dopo l'altro, Daffos inizia una campagna personale di parziali rivelazioni su Internet senza l'autorizzazione degli altri due, finché nel maggio di quest'anno, Jarnac si arrende e abbandona il gruppo. Con sua grande sorpresa, nel luglio 2011 Héricart de Thury e Daffos pubblicano in un libro parte delle loro indagini: “L'Or de Rennes” quand Poussin et Teniers donnent la clef de Rennes-le-Château. Il lavoro di Pierre Jarnac è completamente disconosciuto, e quest'ultimo non ci sta. Domenica 24 luglio 2011, su un forum per cercatori di tesori, vuota il sacco per rovinare la festa ai due ex colleghi, rivelando per la prima volta un segreto tenuto nascosto per molti anni. Oltre all'ubicazione del luogo segreto, Jarnac descrive a grandi linee il complicato (e piuttosto maldestro) metodo di decodifica utilizzato:
A causa di circostanze molto gravi e per la pesante campagna di calunnie che ho dovuto subire, ho deciso di rivelare il luogo che ho individuato. Ognuno è libero di credermi o no. Questo è il risultato del lavoro congiunto, diligente, costante di sette anni con Didier Héricart de Thury. La situazione è diventata ingestibile a causa della codardia e dell'atteggiamento autoritario ed egoista di Franck Daffos. Al fine di screditarmi, Daffos non pone limiti alle sue menzogne, e dal giugno 2007, quando ho incontrato per la prima volta Héricart de Thury, ha fatto di tutto per ostacolarmi. Abbiamo scoperto questo luogo studiando i quadri di Poussin e Teniers e interpretando il libro di Henri Boudet. L'epitaffio della Marchesa di Blanchefort conduce a una certa altitudine su una montagna. In realtà, la montagna è una collina: si tratta del picco di Couty, di fronte al borgo di Clamence, frazione del comune di Sougraigne.
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Segue una descrizione davvero intricata del modo in cui quadri di epoche diverse, un libro di fine Ottocento e la lapide di una marchesa morta a Rennes-le-Château avrebbero consentito di individuare la grotta.
La grotta individuata da Pierre Jarnac e soci (Fotografia tratta dal reportage di Christian Doumergue)
Tra i quadri utilizzati spicca questa Pietà custodita nella chiesa di Rennes-les-Bains:
La Pietà nella chiesa di Santi Celso e Nazario a Rennes-les-Bains e una formazione rocciosa nei pressi della grotta (Fotografia tratta dal reportage di Christian Doumergue)
La roccia a sinistra di Gesù ritrarrebbe quella nei pressi della grotta rinvenuta presso il picco di Couty.
Da alcuni giorni la zona è controllata dalla gendarmerie. Il luogo ancora non ha dischiuso i suoi eventuali segreti né il tesoro di cui parlano i giornali. Accedere alle gallerie è complicato. Scrive ancora Pierre Jarnac:
C'è un vero e proprio labirinto interrotto a un certo punto dall'acqua, probabilmente un ricettacolo di acque fangose creato dall'acqua piovana che ha portato con sé foglie e piccoli rami. [...] Superato questo ostacolo, un lungo corridoio dovrebbe portare a una sorta di camera dove si troverebbero gli scheletri di trenta schiavi che sono stati impiegati per scavare le gallerie e nascondere il tesoro. [...] Ecco il segreto di Rennes-le-Château. Anche in questo caso, ognuno è libero di credere o meno a quanto scrivo. Ognuno è libero di recarsi lì a vedere di persona. Comunque, per quanto mi riguarda, questa questione è chiusa. Da oggi tutti agiscano in coscienza, assumendo ognuno le proprie responsabilità.
La topologia del labirinto non è stata individuata con sondaggi o studi sul campo, ma interpretando simbolicamente le stazioni della via Crucis nella chiesa di Santa Maddalena di Rennes-le-Château. Questo approccio "simbolico" solleva un gran numero di perplessità presso gli archeologi di professione, e solo una seria spedizione speleologica potrà confermare lo scenario davvero incredibile che emerge dalle ipotesi di Pierre Jarnac.
Un ringraziamento speciale a Christian Doumergue che ha fornito le fotografie per questo post
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