La dinastia Merovingia
Mentre la Settimania era saldamente in mano ai Visigoti, nel nord della Gallia nasceva una dinastia che, dal XX sec. in avanti, verrà molto spesso – e non sempre a ragione – collegata alle vicende di Rennes-le-Château: quella dei Merovingi.
E’ grazie a due testi fondamentali che si possono ricostruire le intricate vicende di questa famiglia: l’Histoire des Francs di Gregorio di Tour (VI sec.) e il Liber Historiæ Francorum (VIII sec.), di autore incerto ma noto come "Cronaca di Frédégaire", dal nome dello stampatore che la pubblicherà nel XVI secolo.
La dinastia aveva avuto origine dai Sicambri, una tribù del popolo germanico dei Franchi che aveva attraversato il Reno all’inizio del V secolo per stabilirsi nel territorio oggi corrispondente alla Francia del Nord, nei pressi delle Ardenne, e il Belgio.
Le notizie sui primi re dei Franchi sono frammentarie: il più antico di cui si abbia notizia è un certo re Chlodion le Chevelu, che avrebbe regnato sui Franchi dal 429 fino alla morte che sopraggiunse nel 447. Chlodion ebbe un figlio che gli succedette: si chiamava Meroveo (Mérovée), e proprio da lui prese il nome la dinastia dei Merovingi.
Intorno alla figura di re Meroveo sono nate molte leggende; la più celebre si trova sul Liber Historiæ Francorum, e racconta l’origine mitologica del sovrano che avrebbe avuto due padri. La madre, infatti, già incinta del marito – il re Chlodion – sarebbe andata a nuotare nell’oceano, dove sarebbe stata sedotta e violentata da un mostro marino descritto come una "bestia di Nettuno simile ad un Quinotauro"1.
L’essere avrebbe ingravidato per una seconda volta la donna, che quindi partorì un bambino che aveva nelle vene il miscuglio del sangue di un re franco con quello di uno strano essere marino2.
Meroveo governò i Franchi dal 447 al 457 ed ebbe un figlio, Childéric I (436-481), che gli succedette alla morte.
Ricordato come ultimo re pagano, Childéric fu sepolto a Tournai e la sua tomba verrà scoperta casualmente nel 16533. All’interno del luogo di sepoltura il corpo era identificato dal nome e da un sigillo d’oro, su cui il sovrano era ritratto nelle vesti di un ufficiale romano, con mantello militare e corazza, e i capelli lunghi – simbolo di regalità presso i Franchi. Intorno alla tomba del re erano stati sepolti anche diversi cavalli – secondo un rituale funerario barbaro.
L’aspetto da ufficiale romano con cui venne ritratto Childéric I fa ritenere agli storici che l’ingresso dei Franchi nel nord della Gallia non fu una conquista brutale: al contrario, il sovrano venne accolto come naturale successore dell’ultimo dirigente romano. Il breve epitaffio sulla tomba di un soldato franco scoperta a Budapest condensa bene l’idea della fratellanza tra Franchi e Romani:
Francus ego cives, miles romanus in armis
Sono cittadino franco ma soldato romano4
Nel 481 a Childéric I succede il figlio Clodoveo. Il sovrano si allea ai Burgundi sposando una nipote del re Gondebaud, la principessa cattolica Clotilde (475-545). Sotto l’influenza di Clotilde, e probabilmente per guadagnarsi l’appoggio della gerarchia romana in Gallia, Clodoveo si converte al Cristianesimo il giorno di Natale del 4965, quando viene battezzato da Saint Remi, vescovo di Reims. Acquisito così anche l’appoggio del vescovado, Clodoveo inizia muovere i primi attacchi ai Visigoti ariani nel sud della Gallia, incontrando tra l’altro il sostegno di molte popolazioni locali cui appare come liberatore dall’eretica dominazione visigota.
L’appoggio del clero a Clodoveo diventa esplicito quando nel 506 il Concilio di Agde si apre con una preghiera che invocava la prosperità del regno franco. La guerra che scoppia l’anno successivo ha una delle battaglie decisive a Vouillé, dove i Franchi prevalgono sui Visigoti di Alarico II, conquistando così Bordeaux e Toulouse. I Visigoti riescono a mantenere soltanto il controllo della Settimania. Carcassonne riuscirà a resistere ad un assedio franco del 508 e a tre spedizioni franco-burgunde dal 585 al 589.
Con la morte di Clodoveo nel novembre 511, il regno viene diviso tra i suoi quattro figli: Thierry (?-534) si insedia a Reims, Clodomir (495-524) a Orléans, Childebert (495-558) a Parigi e Clotaire (497-561) a Soissons.
Alla morte di Clodomir i tre fratelli superstiti fanno uccidere i suoi figli; l’unico a restare in vita è Cloud, che viene sottoposto alla tonsura monacale. Data la simbologia "regale" della lunga capigliatura, il gesto di tagliare i capelli ad un membro della famiglia equivaleva ad escluderlo dal trono. Cloud fonderà l’omonimo monastero nella regione di Parigi e dopo la morte verrà proclamato santo.
I figli di Clodoveo proseguono la politica d’espansione del padre, conquistando il regno burgundo (nel 534) e la Provenza (nel 537). Dopo la morte di Thierry e Childebert, nel 558 Clotario ristabilisce il Regnum Francorum nel 558, ma l’unità è destinata a durare solo tre anni: nel 561, alla sua morte, il regno viene nuovamente diviso tra i quattro figli. Caribert (521-567) diventa re di Parigi, Gontrand (545-593) re di Borgogna, Sigeberto I (525-575) re d’Austrasia e Chilpéric I (561-584) re di Soissons. La frammentazione del potere solleva rivalità e gravi conflitti familiari.
L’unità viene ristabilità con la presa di potere di Clotario II (584-629) figlio di Chilpéric I, e viene mantenuta da Dagoberto I (603-639), figlio di Clotario. E’ Dagoberto a fare della basilica di Saint Denis la necropoli dei re di Francia. Durante il governo di Dagoberto acquista sempre maggior potere politico la famiglia dei Pepinidi, discendenti dell’aristocratico Pépin de Landen (580-640). Antenati di Carlo Magno, i Pepinidi diventeranno in breve la più importante famiglia dell’Austrasia.
Nel 639, alla morte di Dagoberto I, il regno viene di nuovo frammentato: a Sigeberto III (631-656) viene affidata l’Austrasia, a Clodoveo II (635-657) la Borgogna e la Neustria.
Ciò che seguì alla nascita di Dagoberto II, figlio di Sigeberto III, è di fondamentale importanza: se su ciò che è stato riportato fino a questo punto c’è un’ampia concordanza tra gli storici, da qui in avanti la ricostruzione della vita di Dagoberto II diventa un’impresa molto scivolosa, cui bisogna dedicare una particolare attenzione: la consultazione delle fonti primarie è fondamentale, data l’importanza che questo personaggio assumerà nel XX secolo all’interno della mitologia di Rennes-le-Château.
1. Cronaca di Frédégaire cit. in François Vallet, Les Mérovingiens de Clovis à Dagobert, Gallimard, 1995, p. 148.
2. Nel nome di Meroveo si riconosce il prefisso "Mer" che in francese suona come "madre" ma anche come "mare".
3. Vallet 1995, p. 33.
4. Cit. in Vallet 1995, p. 138.
5. In Vallet 1995, p. 35 vengono invece proposte le due date del 495 e del 498.
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2. Iberici, Volci Tectosagi o Rèdoni?
3. I Celti e il cromleck di Rennes-les-Bains
5. L’enigma della tomba del Grand Romain
6. Il tempio romano di Alet-les-Bains
8. La nascita della Settimania
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34. La sostituzione delle vetrate (1887)
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36. Il primo ritrovamento (1887)
37. La Dalle des Chevaliers e il secondo altare (1887)
38. Il gruzzolo sotto l’altare della Vergine (1887)
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40. La visita di monsignor Billard (1889)
41. La vecchia zia e la famiglia Dénarnaud (1889)
42. Il servizio ad Antugnac (1890)
43. Lo stratagemma degli scavi (1891)
44. La Madonna di Lourdes (1891)
45. Il pellegrinaggio a Puivert (1891)
46. La scoperta del sepolcro (1891)
47. Il secret di Saunière e il secret di Cros
48. La morte di Boulanger e i primi lavori nel cimitero (1891)
50. Il bassorilievo all’ingresso della chiesa (1891)
51. La grotta di Lourdes (1891-1892)
52. Gli screzi con Alexandrine Marre Dénarnaud (1892)
53. I viaggi e le lettere prefirmate (1892)
54. La vendita delle messe (1892)
55. Il confessionale e la leggenda di Ignace Paris (1893)
56. L’inizio del traffico di messe (1893-1894)
57. I lavori nel giardino (1894)
58. I lavori nel cimitero (1895)
59. L’incendio nel giorno della Festa Nazionale (1895)
60. La contabilità del gennaio 1896
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63. I lavori nella chiesa e sulla piazzetta (1897)
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97. La nomina di don Marty e la violazione del divieto (1909)
98. Le due citazioni in tribunale (1910)
99. La condanna in contumacia e l’annullamento (1910)
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104. I tentativi di ricorso (1910-1911)
105. Il resoconto contabile (1911)
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107. La richiesta di chiarimenti (1911)
108. La relazione della Commissione Saglio (1911)
109. La sentenza definitiva (1911)
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111. Richieste di prestito e spese varie (1913)
113. La Prima Guerra Mondiale (1915)
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