L’attacco aragonese e la crociata contro gli Albigesi
L’assenza di accordi formali sul controllo dell’Aude provocò forti contrasti tra i conti di Carcassonne e i re d’Aragona; tra il 1170 e il 1171 le armate spagnole di Alfonso II il Casto (1162-1196) saccheggiarono e distrussero il villaggio di Rhedae, lasciando però in piedi la fortezza principale1. L’esercito si era impadronito del forte del Casteillas, quello che proteggeva l’entrata di Rhedae sul lato sud, e da qui aveva potuto attaccare e distruggere agevolmente la città situata in pianura. Fu probabilmente in questa occasione che la cappella di San Giovanni Battista venne distrutta. A tale attacco, però, non seguì un effettivo controllo aragonese della zona, perché un documento del 1171 attesta che i territori erano ancora di proprietà di Roger, conte di Carcassonne; lo stesso documento ci consente di stabilire che l’attacco aragonese produsse un grande mutamento nella morfologia del paese: se fino ad allora i documenti si erano sempre riferiti a Rhedae come ad un borgo doppio, dotato di due fortezze, da qui in avanti il termine divenne il singolare Redda. Nell’atto di matrimonio del conte Roger con la contessa Adelaide, infatti, venne firmata la concessione di Reddam cum toto comitatu Reddensi.
Nel 1208, dopo una serie di tentativi da parte della Chiesa di ricondurre all’ortodossia i Catari – esponenti di una corrente ereticale che si era diffusa soprattutto nella regione di Albi (da cui il termine "Albigesi", sinonimo di "Catari") – venne indetta una crociata. Simon de Montfort (1160-1218) ne fu eletto capitano generale, e i suoi eserciti sterminarono gran parte degli Albigesi, impadronendosi delle loro terre. Dopo il 1209 le lotte si inasprirono diventando un conflitto politico per conquistare il dominio della Linguadoca; in quell’anno, Simon de Montfort assunse per sé il titolo di Visconte di Carcassonne e Signore del Razès2. Fece radere al suolo la fortezza di Limoux, assediò e fece capitolare in tre giorni la fortezza catara di Puivert e prese possesso della fortezza di Coustaussa, che non oppose alcuna resistenza.
Anche Redda fu attaccata e le fortificazioni completamente distrutte. Nel 1231 l’intera regione del Razès fu affidata a Pierre de Voisin, siniscalco di Simon de Montfort, e nel documento che elenca le città dell’area, si fa riferimento a Redda non più con i vecchi termini "castrum" (città fortificata) o "civitas" (città) ma con le parole "Villam de Redde" (il piccolo borgo di Redda)3; la scelta non è casuale: privata di ogni fortezza difensiva, Redda era stata declassata a semplice villaggio.
1. Louis Fédié, Le Comté de Razès et le diocèse d’Alet, 1880 (primo capitolo riprodotto in Louis Fédié, Rhedae: la Cité des Chariots, Rennes-le-Château: Terre de Rhedae, 1994 ora nella traduzione italiana di Roberto Gramolini in Indagini su Rennes-le-Château 13 (2007), pp. 631-647), p. 58.
2. Claude De Vic, Joseph Vaissète, Histoire Générale de Languedoc, (10 volumi) 1715 (ora nell’edizione C. Lacour, Nimes 2000), vol.5, p. 602 (cit. in Pierre Jarnac, Histoire du Trésor de Rennes-le-Château, Bélisane, Nizza 1985, p. 56).
3. Fédié 1880, p. 65.
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16. Consacrazione della cappella di Santa Maria
17. L’attacco aragonese e la crociata contro gli Albigesi
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105. Il resoconto contabile (1911)
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108. La relazione della Commissione Saglio (1911)
109. La sentenza definitiva (1911)
110. L’ultimo testamento (1912)
111. Richieste di prestito e spese varie (1913)
113. La Prima Guerra Mondiale (1915)
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