L’enigma della tomba del Grand Romain
Sono in numero molto maggiore i reperti romani ritrovati a Rennes-les-Bains, opportunamente catalogati ed ora custoditi nel piccolo museo municipale.
Già nel 1709 il reverendo Delmas provvede ad una ricostruzione sommaria della vita nel villaggio durante l’epoca romana, che si conclude con una lunghissima lista dei personaggi ritratti sulle antiche monete ritrovate in paese. Il sacerdote tenta anche di fornire qualche spiegazione storica della presenza di medaglie appartenenti ad una particolare legione romana:
La decima colonia di Romani era chiamata un tempo colonia decniménorum [sic] ed era stata rimpinguata da nuovi uomini per ordine di Giulio Cesare, il quale la fece chiamare Colomnia Sulia Paterna, come provato da numerose iscrizioni riscontrabili a Narbonne. La colonia che si stabilì a Béziers si distaccò dalla Settima Legione e venne chiamata Colonia Septimanarum. Se ne stabilì una anche a Nîmes, distaccatasi dalla legione che andò in Egitto per vincere Marco Antonio; è per questo che la colonia e la cittadella di Nîmes possiedono un coccodrillo come blasone. Anche quelli che abitavano ai Bains si distaccarono da questa legione, ed è per questo che qui si trova un numero maggiore di medaglie di questa legione che delle altre1.
Un secolo più tardi, nel 1814, il manoscritto di Delmas viene citato in uno studio di J.S.E. Julia sulle acque minerali di Rennes-les-Bains2.
Nel 1819 il marchese M.p. Urbain de Fleury incarica Alexandre du Mège, membro della Societé des Antiquaires de France, di studiare alcune antiche monete. Lo studioso risponde alla richiesta con queste parole:
Gli oggetti ritrovati a Rennes-les-Bains sono praticamente tutti romani; dobbiamo quindi concludere che, dopo la conquista delle Gallie, i romani avevano scoperto le virtù delle acque minerali di questa località, ove stabilirono un importante centro termale che fu indubbiamente rinomato3.
Nel 1874 viene pubblicato un più vasto e sistematico studio sui reperti, a cura di Jean Gourdon4, che tra l’altro presenta una serie di dettagliati disegni dei pezzi:
Diversi frammenti di mosaico provenienti dalle piscine romane dimostrano un’abilità artistica di un certo pregio:
Frammento custodito nel museo di Rennes-les-Bains
Una bella vasca romana è stata esposta per molti anni presso la Source du Cercle.
Oggi è custodita presso il museo di Rennes-les-Bains5.
A sinistra: La vasca alla fonte del cerchio in un disegno di Jean Gourdon
Tra i reperti più importanti c’è un piccolo cippo che riporta un’iscrizione variamente interpretata6:
C. POMPEIVS QVARTVS ?.A.M. SVO
L’iscrizione viene segnalata già nel XVII sec. da Guillaume Catel (1560-1626):
E’ visibile nella chiesa del luogo su citato, les Bains de Rennes, un’antica iscrizione romana, recuperata dalle antiche fondamenta nei pressi della sorgente, C. POMPEIVS QVARTVS p. A.M. SVO7.
All’inizio del XVIII sec. il reverendo Delmas avanza un’ipotesi complessa. L’acronimo sarebbe da leggere come J.A.M., che starebbe per Julio Amico Maximo. Cneius Pompeius Quartus Julio sarebbe stato il padre del Grande Pompeo – probabilmente il console romano Gneo Pompeo Strabone (150-80 a.C.); il padre di Strabone avrebbe dunque fatto erigere un monumento funerario di ritorno da una spedizione in Spagna in onore di un suo carissimo amico. Questo il racconto di Delmas:
Pompeius Quartus è il padre del Grande Pompeo, che fu il quinto con questo nome, come potrebbe essere provato dal fatto che il figlio si chiamò Pompieus Sextus. Egli è menzionato dalla storia e fu vinto in Sicilia da Agrippa, cognato di Augusto. Si è soliti spiegare l’iscrizione in questo modo: Cneius Pompeius Quartus Amico Julio Inilitis Suo o Amico Julio Maximo Suo. Si è ipotizzato anche che il Grande Pompeo si passato di qui, mentre era in viaggio per la Spagna, al tempo di Silla, per combattere Sertorio. Questo grande principe [Pompeo il Grande] lasciò, dopo la sua morte, due bambini: uno chiamato Cneius Pompeius e l’altro Sextus Pompeius. Essi furono sconfitti in due combattimenti navale, uno in Sicilia e l’altro in Spagna. Pompeo, mentre andava in Spagna, passò in questo paese e fece erigere una sorta di mausoleo o di colonnina sul sepolcro di un suo grande amico o ufficiale morto; questa pietra faceva parte della colonna. Ne consegue che la tradizione vi vede un monumento sepolcrale. Parrebbe perlomeno ridicolo che si possa ritenere che Pompeo sia passato per questo misero paese. Ma si cesserà di essere sorpresi quando si vedranno dei segni manifesti probanti che il carretto è passato in luoghi ove adesso non possono passare gli uomini8.
Frammento del testo di Delmas
Già il dottor Courrent (1861-1952), però, si mostrerà scettico di fronte a questa ricostruzione, per la quale Delmas non fornisce alcuna prova.
Nel XIX sec. Julien Sacaze (1847-1889) riproduce il cippo in un suo studio.
Il cippo tratto dal testo di Julien Sacaze Les inscriptions antiques des Pyrénées (1892)
Il reperto viene così descritto da Sacaze:
Cippo in marmo bianco che si poteva scorgere ancora nella chiesa di Rennes-les-Bains ai tempi in cui Catel scrisse i suoi Mémoires de l’Histoire de Languedoc; esso era stato preso, ci racconta il suddetto scrittore, dalle antiche costruzioni che circondavano la sorgente; portato prima al castello di Vivier, verso il 1760, in seguito fu donato dal signor Montagnas al Museo di Perpignan. Sulla faccia opposta a quella incisa è rappresentato assai grossolanamente un ramo di lauro. Altezza: 47 centimetri, larghezza: 33,5 centimetri, spessore: 16 centimetri9.
Più di recente Albert Rieux ha suggerito che la lettera corrosa potrebbe comporre l’acronimo D.A.M. (Dis Avernis Manibus)10.
La targhetta esposta nel museo suggerisce la lettura proposta da Raymond Lizop: l’acronimo andrebbe letto come L.A.M. (Libens Animo Marti, trattandosi di un’invocazione al dio Marte).
Nel corso del XX secolo l’identità del personaggio di alto rango, che secondo Delmas sarebbe sepolto a Rennes-les-Bains, ha scatenato la fantasia di studiosi e ricercatori, non sempre guidati da spirito critico. Philippe de Chérisey, nel suo romanzo Circuit (1968), cita l’iscrizione come “POMPEIVS QUARTVS DM SVO”, e fa esclamare ad uno dei personaggi: “Diis Manibus. La scrittura D.M. di Nostradamus”. Il riferimento agli Dei Mani viene letto in relazione ad una celebre quartina del profeta francese che parla dell’acronimo D.M.:
Quand l’escriture D.M. trouvée,
Et cave antique à lampe descouverte,
Loy, Roy, & Prince Vlpian esprouvés,
Pavillon Royne & Duc sous la couverte.
(Quando l’iscrizione D.M. trovata,
E cava antica da lampada scoperta,
Legge, Re, e Principe Ulpiano provati,
Padiglione Regina e Duca sotto il coperto.)11
Per interpretare correttamente il riferimento bisogna tener conto che le steli funebri di epoca romana che presentano le lettere D.M. sono numerosissime, e non c’è motivo di ritenere quella di Rennes-les-Bains più “significativa” delle molte altre.
D’altronde gli appassionati di Nostradamus non hanno perso l’occasione per trovare nelle Centurie un secondo riferimento a un non meglio precisato Grand Romain, poi identificato con l’individuo sepolto a Rennes-les-Bains.
Scrive Nostradamus:
Quand le sepulcre du grand Romain trouvé
Le iour apres sera esleu pontife:
Du senat gueres il ne sera prouué,
Emprisonné son sang au sacré scyphe.
(Quando il sepolcro del grande Romano trovato
Il giorno seguente eletto Pontefice:
Dal senato egli non sarà affatto approvato
Avvelenato suo sangue con sacro calice.)12
Au fondement de la nouuelle secte,
Seront les os du grand Romain trouuez,
Sepulchre en marbre apparoistra ouuerte,
Terre trembler en Auril, mal enfoüez.
(Alle fondamenta della nuova setta,
Saranno le ossa di grande Romano trovate,
Sepolcro in marmo apparirà coperto,
Terra tremare in Aprile, mal sotterrato.)13
Roy exposé parfaira l’hecatombe,
Apres avoir trouvé son origine,
Torrent ouvrir de marbre & plomb la tombe
D’un grand Romain d’enseigne Medusine
(Il Re esposto completerà l’ecatombe,
Dopo aver scoperto la sua origine.
Il torrente aprirà la tomba di marmo e piombo,
Di un grande Romano di insegna medusina.)14
Pur non essendoci nessuna evidenza – né storica, né letteraria – del fatto che il profeta francese intendesse riferirsi al sepolcro perduto di Rennes-les-Bains, le Centurie continuano ad essere citate in riferimento al personaggio cui fa riferimento il reverendo Delmas.
Nel corso degli anni le voci sul luogo ove sorgeva la tomba sono via via diventate più precise, concentrandosi su un luogo particolare all’ingresso del paese, un punto di fronte all’Hotel de la Reine dove, per diversi secoli, ha fatto bella mostra di sé una croce nota come Croix Delmas, dal nome del vecchio sacerdote.
Nell’aprile 1987 la croce fu rimossa per costruire un parcheggio, per poi esservi re-installata il 17 gennaio 2007.
La Croix Delmas
Secondo la tradizione, la croce sorgerebbe proprio nel luogo in cui anticamente si trovava la tomba del "romano" cui aveva fatto riferimento il reverendo Delmas nel suo scritto. Il muro dietro il piccolo calvario celerebbe una cavità, che – secondo una testimonianza riportata da Jacques Rivière – consisterebbe in
una stanza vuota, di 1 metro e 80 di altezza, 2 metri e 2 di larghezza e 5 metri di profondità15
che sarebbe stata svuotata in gran segreto durante i lavori di rimozione della croce del 1987. Sull’avvenimento si è molto favoleggiato, e c’è addirittura chi ha affermato di aver assistito al ritrovamento di un tesoro, prontamente trafugato e portato durante una notte ad un antiquario di Bordeaux.
Più prosaicamente si può pensare che i lavori abbiano portato alla luce la scoperta di qualche elemento di una certa importanza archeologica, ma poiché l’intervento delle autorità competenti avrebbe rallentato i lavori (come spesso accade nelle grandi città d’arte), si è provveduto ad occultare il tutto.
Rivière non esclude comunque l’esistenza di una sala simile a quella descritta: secondo gli archeologi, alcune delle terme erano state scavate sotto la montagna16.
E’ curioso il fatto che una seconda iscrizione, ritrovata a Rennes-les-Bains, sia stata collegata agli scritti di Nostradamus: si tratta di una lastra di marmo bianco scoperta al poggio di Le Cercle17.
Nel 1715 i padri benedettini Claude de Vic (1670?-1734) e Joseph Vaissète (1685-1756) ne avevano fornito la seguente trascrizione:
Dis Manibus, L(ucius) Calpu(rnius), vol(tinia) (tribu), Sen(ecio) de sua pec(unia) (faciendum) c(uravit)
ovvero "Agli dèi Mani, Lucius Calpurnius Senecio, della tribù Voltinia, ha eretto questo monumento a sue spese". La lastra riporterebbe dunque un’iscrizione funebre: i Mani erano gli dèi degli Inferi per i popoli latini.
1. Abbé Delmas, "Antiquités des Bains de Monferran, communement appelés les Bains de Rennes", Société des Antiquaires de France, 1709 conservato presso gli Archives départementales de l’Aude, cote 2 J 46 (parzialmente trascritto in Paul Courrent, Rennes-les-Bains (Aude): Monographie historique, scientifique, médico-thermale et touristique, Imprimerie E. Roudière, Carcassonne 1942, pp. 6-14, riprodotto integralmente in Les Cahiers de Rennes-le-Château 7, pp. 6-29). Delle notizie qui riferite mancano, però, precisi riscontri storici.
2. J. S. E. Julia, Dissertation sur les eaux thermales connues sous le nom des Bains de Rennes, Toulouse: J. -M. Douladoure, 1814 (ora nell’edizione Rennes-le-Château: Schrauben, 1984), pp. 19 e segg.
3. Trascritta in Lignon, Journal des Bains de Montferrand, Toulouse: J. -M. Douladoure, 1819 e cit. in Paul Courrent, Rennes-les-Bains (Aude): Monographie historique, scientifique, médico-thermale et touristique, Carcassonne: Impr. E. Roudière, 1942, p. 32.
4. Jean Gourdon, Station Thermales de l’Aude: Rennes-les-Bains, Toulouse: Hérail Durand et Delpuech, 1874.
5. Un’accurata descrizione degli altri reperti di Rennes-les-Bains si può trovare in Pierre Jarnac, Histoire du Trésor de Rennes-le-Château, Bélisane, Nizza 1985, pp. 65 e segg.
6. Albert Rieux, "Rhedae et le culte de la Mère des Dieux" in Mémoires de l’Académie des Arts et des Sciences de Carcassonne, 1987-1988, IV serie, t. II, 1990, pp. 282-7 ora in Pégase 12, luglio/settembre 2005, pp. 13-18.
7. Guillaume du Catel, Mémoire de l’histoire du Languedoc curieusement et fidelement recueillis de divers auteurs… et de plusieurs titres et chartes…, Toulouse: Pierre Bosc, 1633 cit. in Courrent 1942, p. 4 e Jacques Rivière e Claude Boumendil, Histoire de Rennes-les-Bains, Belisane, Nizza 2006, p. 63.
8. Delmas 1709.
9. Julien Sacaze, Les inscriptions antiques des Pyrénées, Toulouse: Privat, 1892. Una biografia di Julien Sacaze è riportata in Pierre Jarnac, Les Archives de Rennes-le-Château, vol. II, Bélisane, Nizza 1988, pp. 336 e segg. La riproduzione del cippo è tratta da Jarnac 1985, p. 68. Il libro di Sacaze verrà abbondantemente saccheggiato nella stesura del testo apocrifo attribuito a Eugène Stublein Pierre Gravées du Languedoc: un’analisi comparata dei due testi è stata pubblicata in Jarnac 1985, pp. 270 e segg.
10. Rieux 1990.
11. Nostradamus, Centurie, VIII.66.
12. Nostradamus, Centurie, III.65.
13. Nostradamus, Centurie, VI.66.
14. Nostradamus, Centurie, IX.84.
15. Riviere/Boumendil 2006, p. 95.
16. Ibidem.
17. Jarnac 1985, pp. 75-76.
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Guida storica
1. Dal Neolitico all’Età del Ferro
2. Iberici, Volci Tectosagi o Rèdoni?
3. I Celti e il cromleck di Rennes-les-Bains
5. L’enigma della tomba del Grand Romain
6. Il tempio romano di Alet-les-Bains
8. La nascita della Settimania
9. Le poche vestigia del villaggio visigoto
10. Ipotesi sulla Rhedæ visigota
14. Dagli Arabi ai Franchi: nascita della contea del Razès
15. Fondazione della cappella di Santa Maria
16. Consacrazione della cappella di Santa Maria
17. L’attacco aragonese e la crociata contro gli Albigesi
18. La ricostruzione del castello e di una seconda chiesa
19. L’ampliamento della chiesa di Santa Maria e la nuova dedica
20. La peste e l’attacco aragonese
21. L’unione con i d’Hautpoul e le guerre di religione
22. La cripta dei Signori d’Hautpoul
23. Il testamento "da leggere"
24. La morte di Marie de Négre e la fuga di Antoine Bigou
25. I restauri più urgenti e le due ispezioni
26. La nascita di Saunière e la visita di De la Bouillerie
27. Il "Secondo Impero" e la visita di Monsignor Leuillieux
28. La nuova sacrestia (1881-1883)
29. L’ispezione del Vicario Generale
30. L’arrivo di Saunière a Rennes-le-Château (1885)
31. Le elezioni legislative e l’esilio a Narbonne (1885-1886)
32. Il dono della contessa di Chambord (1886)
33. La ripavimentazione (1887)
34. La sostituzione delle vetrate (1887)
35. Il nuovo altare e il bassorilievo della Maddalena (1887)
36. Il primo ritrovamento (1887)
37. La Dalle des Chevaliers e il secondo altare (1887)
38. Il gruzzolo sotto l’altare della Vergine (1887)
39. Gli ultimi lavori prima della visita vescovile (1887)
40. La visita di monsignor Billard (1889)
41. La vecchia zia e la famiglia Dénarnaud (1889)
42. Il servizio ad Antugnac (1890)
43. Lo stratagemma degli scavi (1891)
44. La Madonna di Lourdes (1891)
45. Il pellegrinaggio a Puivert (1891)
46. La scoperta del sepolcro (1891)
47. Il secret di Saunière e il secret di Cros
48. La morte di Boulanger e i primi lavori nel cimitero (1891)
50. Il bassorilievo all’ingresso della chiesa (1891)
51. La grotta di Lourdes (1891-1892)
52. Gli screzi con Alexandrine Marre Dénarnaud (1892)
53. I viaggi e le lettere prefirmate (1892)
54. La vendita delle messe (1892)
55. Il confessionale e la leggenda di Ignace Paris (1893)
56. L’inizio del traffico di messe (1893-1894)
57. I lavori nel giardino (1894)
58. I lavori nel cimitero (1895)
59. L’incendio nel giorno della Festa Nazionale (1895)
60. La contabilità del gennaio 1896
61. I lavori nel presbiterio (1896)
62. Il contratto con Giscard di Toulouse (1896)
63. I lavori nella chiesa e sulla piazzetta (1897)
64. Le decorazioni della chiesa (1897)
65. Il bassorilievo "Venez tous à moi" (1897)
66. Il demone e l’acquasantiera (1897)
68. Il fonte battesimale (1897)
69. Le statue e il GRAAL (1897)
70. La visita del vescovo Billard (1897)
72. La stanzetta segreta (1897)
73. Gli ultimi acquisti (1897-1898)
74. Un resoconto delle spese (1885-1898)
75. I conflitti con la famiglia (1897)
76. I viaggi a Lione e i presunti interessi per la fotografia (1897)
77. Il Personnat rifiutato (1899)
78. La concessione perpetua nel cimitero (1900)
79. Il grande progetto di Saunière
80. I lavori di costruzione (1899-1906)
85. I richiami di monsignor Billard (1901)
87. I richiami di monsignor Beuvain de Beauséjour (1903-1904)
88. La morte di Alfred Saunière (1905)
89. La legge di separazione tra Stato e Chiesa (1905)
90. La prima visita della S.E.S.A. (1905)
91. La lettera di Mathilde (1906)
92. Il primo testamento (1906)
93. Altri lavori di decorazione (1906-1908)
94. La seconda visita della S.E.S.A. (1908)
95. Il trasferimento a Coustouge e le dimissioni (1909)
96. La prima convocazione dal Vescovo (1909)
97. La nomina di don Marty e la violazione del divieto (1909)
98. Le due citazioni in tribunale (1910)
99. La condanna in contumacia e l’annullamento (1910)
102. Il testo di difesa (1910)
104. I tentativi di ricorso (1910-1911)
105. Il resoconto contabile (1911)
106. L’analisi della Commissione Saglio (1911)
107. La richiesta di chiarimenti (1911)
108. La relazione della Commissione Saglio (1911)
109. La sentenza definitiva (1911)
110. L’ultimo testamento (1912)
111. Richieste di prestito e spese varie (1913)
113. La Prima Guerra Mondiale (1915)
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