La morte di Alfred Saunière (1905)
Le notizie sulla vita di Alfred, il fratello di Bérenger Saunière, sono poche e frammentate. Il primo a ricostruirne la vita traendo le sue informazioni dagli Archivi Diocesani fu René Descadeillas, che lo descrisse come "predicatore stimato, dotato di eloquenza; predicò in molte missioni un po’ dappertutto e in particolare presso le comunità religiose. Le sue attività non sorpassarono mai i confini della regione. Malato, si ritirò a Montazels nel 1904"1.
Lo storico tace a proposito di una serie di scandali che, secondo voci difficilmente verificabili, coinvolsero il sacerdote. Gli vennero attribuite, infatti, due relazioni amorose rispettivamente con la marchesa de Bozas e con l’appena ventenne Marie Emilienne Salières, da cui avrebbe avuto un figlio, e si parlò anche di una sospensione a divinis2.
In una recente intervista, il sindaco di Montazels André Fromilhague riporta le voci che ancora oggi circolano in paese, relative al ritorno in paese di Alfred in seguito all’esperienza in casa Chefdebien; il sacerdote viene descritto come un ubriacone che una volta fu addirittura visto urinare in strada dal balcone di casa.
A far luce sugli avvenimenti degli ultimi giorni di Alfred contribuisce una lettera di Martial, il terzo dei fratelli Saunière. Siamo nel mese di agosto 1905, e Alfred è molto malato, ma né Bérenger, né le sorelle hanno avvertito Martial – che abita a Nevian – della malattia del fratello. Il 18 del mese3 Martial scrive una dura lettera a Bérenger nella quale si lamenta dapprima dell’atteggiamento di sua madre e delle sue sorelle che lo hanno costretto ad allontanarsi di casa per far spazio ad una donna – probabilmente Marie Emilienne Salières – e poi per il fatto di non essere stato avvisato della malattia di Alfred:
Mia madre mi ha trattato come se fossi uno sconosciuto, uno straniero (e perfino con gli stranieri si usano certe maniere); le mie sorelle mi hanno trattato come un nemico, che bisogna a tutti i costi sconfiggere. […] Per allontanarmi da mio fratello [Alfred], quando hanno visto che tutti i loro sforzi erano vani, non hanno esitato a far ricorso ad una donna, che ha svolto benissimo il suo ruolo, e che ci ha dapprima trapiantati a Montazels per la gioia di tutti, e ha poi sbattuto loro la porta in faccia, con mia grande soddisfazione. Loro la conoscono bene quella donna; ma non si aspettavano un simile finale, tu sai meglio di chiunque altro quello che ho fatto per impedire a quella donna di venire a Montazels; quando l’anno scorso il reverendo la volle chiamare per la vendemmia, con la scusa che si occupasse della cucina, gli dissi: se quella donna viene qui, le consegno la mia camera, e lei non farà nulla per il personale che assumerò. Nel vedermi così risoluto, fece marcia indietro e abbandonò il suo progetto; ma fu la mia condanna; alcuni giorni dopo il reverendo [Alfred] mi metteva alla porta senza tanti complimenti, malgrado i suoi impegni scritti; mi faceva perdere 3.500 [franchi] di oggetti che avevo personalmente comprato a Montazels; per non parlare di una parte del raccolto del 1903 e di tutto il raccolto del 1904 di cui non ho mai visto un soldo. Non mi pento affatto di ciò che ho fatto, e lo rifarei ancora se ce ne fosse bisogno; volevo ad ogni costo impedire a mio fratello di cadere, non ci sono riuscito; ma mia madre e le mie sorelle possono credere che tutto quello che è successo, è successo per il loro solo volere; e non hanno certo finito di espiare la loro colpa; sono solo all’inizio.
Bérenger Saunière lo aveva probabilmente contattato per riallacciare i rapporti, ma non aveva fatto cenno alla malattia di Alfred; per questa ragione, Martial è molto infuriato:
Quando il reverendo [Alfred] ha avuto il suo primo attacco pochi mesi dopo la mia partenza, non ti sei nemmeno degnato di avvisarmi del suo stato di salute; per non parlare delle mie sorelle, che farebbero l’impossibile per tenere tutto nascosto, di modo che, non esito ad affermarlo, se fosse successo qualcosa, alcune di loro avrebbero potuto agire liberamente all’interno della casa; ed io assente non avrei potuto fare nulla per difendere quella che era la mia proprietà. Sono stati degli estranei che mi hanno messo al corrente della situazione ma nessun membro della famiglia se ne è minimamente preoccupato. Ed ora tu fai appello ad un’intesa tra tutti noi; come vuoi che un’intesa sia possibile? Io so tutto quello che avviene a Montazels, tu non mi comunichi nulla di nuovo. La Mamma, almeno finora, ha di che mangiare e bere, e il giorno in cui non ne avrà più, malgrado tutto quello che mi ha fatto soffrire, sarò il primo ad andarla a prendere per darle il necessario, e farò tutto ciò, puoi starne certo, senza chiedere niente a nessuno. Ma il progetto che mi proponi, so fin d’ora che non consiste nel prenderla [con te] a Rennes; tu stesso mi hai detto che non ci avrebbe più messo piede; quindi per me l’unico posto dove posso ancora andarla a trovare è a casa del reverendo [Alfred] e ci andrò ogni volta che lo reputerò necessario.
Alfred muore il 9 settembre 1905.
1. René Descadeillas, Mythologie du Trésor de Rennes, Editions Collot, 1974 (1991), p. 32.
2. Jean Robin, Rennes-le-Château la colline envoûtée, Guy Trédaniel, Éditions de La Maisnie, 1982, p. 60.
3. La lettera si trova riprodotta in Claire Corbu, Antoine Captier, L’héritage de l’Abbé Saunière, Bélisane, Nizza 1995, pp. 135-136. La didascalia a p. 135 è sbagliata perché indica la data del 18 ottobre, mentre in alto si legge chiaramente 18/8. L’errore è stato ripetuto in Jean-Jacques Bedu, Rennes-le-Château, autopsie d’un mythe, Loubatières, Portet-sur-Garonne 2002, p. 85.
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36. Il primo ritrovamento (1887)
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46. La scoperta del sepolcro (1891)
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52. Gli screzi con Alexandrine Marre Dénarnaud (1892)
53. I viaggi e le lettere prefirmate (1892)
54. La vendita delle messe (1892)
55. Il confessionale e la leggenda di Ignace Paris (1893)
56. L’inizio del traffico di messe (1893-1894)
57. I lavori nel giardino (1894)
58. I lavori nel cimitero (1895)
59. L’incendio nel giorno della Festa Nazionale (1895)
60. La contabilità del gennaio 1896
61. I lavori nel presbiterio (1896)
62. Il contratto con Giscard di Toulouse (1896)
63. I lavori nella chiesa e sulla piazzetta (1897)
64. Le decorazioni della chiesa (1897)
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92. Il primo testamento (1906)
93. Altri lavori di decorazione (1906-1908)
94. La seconda visita della S.E.S.A. (1908)
95. Il trasferimento a Coustouge e le dimissioni (1909)
96. La prima convocazione dal Vescovo (1909)
97. La nomina di don Marty e la violazione del divieto (1909)
98. Le due citazioni in tribunale (1910)
99. La condanna in contumacia e l’annullamento (1910)
102. Il testo di difesa (1910)
104. I tentativi di ricorso (1910-1911)
105. Il resoconto contabile (1911)
106. L’analisi della Commissione Saglio (1911)
107. La richiesta di chiarimenti (1911)
108. La relazione della Commissione Saglio (1911)
109. La sentenza definitiva (1911)
110. L’ultimo testamento (1912)
111. Richieste di prestito e spese varie (1913)
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